A mio avviso il vino più controverso della batteria.
Rubino luminoso e trasparente. Al naso subito una vigorosa ventata di marasca sotto spirito, spinta da un’esuberante nota alcolica, poi lentamente emerge una insolita scia speziata di pepe nero che spiazza e sorprende. All’assaggio un’acidità un po’ troppo pronunciata sembra schiacciare il tannino che comunque riesce a farsi apprezzare per la trama ben definita. Un’annata, quella del 2002, caratterizzata da abbondanti precipitazioni ma ancora tutta da decifrare per il Nebbiolo langarolo. Forse meritava un assaggio un po’ più meditato…
venerdì 9 febbraio 2007
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