venerdì 12 dicembre 2008

Barolo Cappellano Otin Fiorin Rupestris 1998


Inorridiranno i “barolisti dell’Enolaboratorio”…ma stavolta faccio coming out: sono rimasto colpito dalla gradevolezza tuttifrutti del 1998. Innanzitutto una splendida veste color granato screziata da nobili trasparenze. Poi una ricca ciliegia dal nitore esemplare, turgida e matura allo stesso tempo, direi perfino laccata…ed infine bacche di more e lampone avvolte da una misurata nuvola di canfora. Insomma un naso dominato da eleganti(!) timbri fruttati, quasi sfacciato, assai lontano dalle austerità del tradizionale scrigno olfattivo nebbiolesco; qui, senza bisogno di alcuna segreta combinazione, si concedeva alle nostre narici con disarmante facilità ed immediatezza senza la benché minima forma di corteggiamento preliminare. In bocca il tannino soffice e dalla trama fitta e vellutata accarezzava con garbo il palato rendendo estremamente rilassata la beva senza perdere in agilità e in tensione grazie ad una sostenuta acidità.
Non aveva i canini affilati e graffianti di un mordace Barolo, made in Serralunga, ma piuttosto le movenze sinuose e femminee di un La Morra ed è forse è la testimonianza più autentica di quanto sia poco attendibile la tradizione orale langarola, assai lontana dalla puntuale e precisa classificazione dei crus di Borgogna (e non me ne vogliano i sacri testi…). L’atmosfera natalizia ha impedito che venisse lanciato il guanto di sfida per difendere l’onore del 1998, accusato dai “barolisti delusi” di vestire il suo profilo olfattivo di una frutta fin troppo dolce, stucchevole…se non cotta! Ho sentito gridare quasi al sacrilegio olfattivo per un Barolo che nello stile, duro e puro, di Cappellano avrebbe dovuto essere sicuramente più cattivo…
Stavolta manifesto il mio aperto dissenso e voto in modo palese per questo Barolo 1998 sicuramente sui generis, easy se vogliamo, ma estremamente godibile nella sua intima semplicità e che ho apprezzato per la sua naturalezza intuitiva, non cerebrale, senza quei rompicapi olfattivi di cui tanto ci piace(ed anche a me, beninteso…)discutere nelle nostre singolar tenzoni all’Enolaboratorio.
Poi un ringraziamento a Michela per l’inaspettato cadeaux natalizio che spero possa contribuire a risolvere i mille interrogativi che abitualmente ci poniamo e che non trovano ancora risposta.In ultimo, un disinteressato spot pubblicitario: stato influenzale incipiente, raffreddore incattivito da alcuni giorni che stenta ad esaurirsi nonostante le terapie a base di medicine convenzionali…Un sorso di delizioso e corroborante Barolo Chinato restituisce alla vita! Da comprare a casse…Chi beve Barolo chinato Cappellano campa cent’anni! Meditate gente, meditate…